Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/519

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131.Rapí cangiato in queste torme istesse
il mio gran genitor vago Garzone,
ben che (cred’io) se te veduto avesse,
preposto avrebbe a Ganimede Adone.
Ma se costume è naturale in esse
satollar di rapine il curvo unghione,
queste pronte a donar, non a rapire
sol di prede di cori avran desire.

132.Predice a queste l’indovina Manto
il favor tutto de l’Aonie Dive.
Per queste il Mincio con eterno vanto
popolate di Cigni avrá le rive,
mormorando concorde al nobil canto
de’ suoi Gonzaghi le memorie vive,
che vivran sempre in piú d’un stil facondo,
e non morran fin che non more il mondo.

133.Sotto l’ali di queste il maggior Cigno,
che dará vita al mio Troian pietoso,
da mollir, da spezzar duro macigno
formerá canto in ogni etá famoso.
E giá da queste ancor destro e benigno
giunto in Italia a procacciar riposo
ebbe lo stesso Enea presagio e segno
di felice vittoria, e lieto regno.

134.Mira quel tronco, a cui di fronde aurate
fanno pomposo il crin germi felici.
È la Quercia d’Urbin, che ’n altra etate
tali e tante aprirá rami e radici,
che poi ch’avrá di spoglie assai pregiate
arricchiti di Roma i colli aprici,
in riva porterá del bel Metauro
con suoi frutti lucenti un secol d’auro.