Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/542

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7.Giá per gli ampi del Ciel spazii sereni
dinanzi al Sol Lucifero fuggiva,
e quei scotendo i suoi gemmati freni
l’uscio purpureo al novo giorno apriva.
Fendean le nebbie a guisa di baleni
anelando i destrier di fiamma viva,
e vedeansi pian pian nel venir loro
ceder l’ombre notturne ai fiati d’oro.

8.Da le stalle di Cipro, ove si pasce
gran famiglia d’augei semplici e molli,
sei ne scelse in tre coppie, e in auree fasce
al timon del bel carro Amor legolli.
Torcer lor vedi incontr’al dí che nasce
le vezzose cervici e i vaghi colli,
e le smaltate e colorite gole
tutte abbellirsi e variarsi al Sole.

9.Yengon gemendo e con giocondi passi
movon citati al bel viaggio il piede,
al bel viaggio, ov’apprestando vassi
V enere con colui che ’l cor le diede.
Al governo del fren Mercurio stassi
e del corso sublime arbitro siede.
Sovra la principal poppa lunata
posa la bella coppia innamorata.

10.Sciolser d’un lancio le Colombe a volo,
legate al giogo d’or, l’ali d’argento.
S’apriro i cieli, e serenossi il polo,
sparver le nubi, ed acquetossi il vento.
Di canori augelletti un lungo stuolo
le secondò con musico concento,
e sparser mille Passere lascive
di garriti d’Amor voci festive.