Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. I, 1975 – BEIC 1869702.djvu/571

Da Wikisource.


123.V’è l’altra poi con la faretra a lato,
sottil Arciera, a saettar intenta,
che ben acuti ognor da l’arco aurato,
di strali in vece, i sillogismi aventa.
Passa ogni petto d’aspri dubbi armato,
nega, prova, conferma, ed argomenta,
scioglie, dichiara, e da le cose vere
distingue il falso, alfin concniude e fère.

124.Vedi quell’altre ancor quattro donzelle
di sembiante e di volto alquanto oscure.
Tutte d’un parto sol nacquer gemelle,
e trattan pesi e numeri e misure.
L’una contemplatrice è de le stelle,
e suol vaticinar cose future.
Vedi c’ha in man la sfera, e de’ pianeti
si diletta d’espor gli alti secreti.

125.L’altra, che con la pertica disegna
e triangoli e tondi e cubi e quadri,
con linee e punti il ver mostrando, insegna
righe e piombi adoprar, compassi e squadri.
La terza di sua man figura e segna
tariffe egregie e calcoli leggiadri.
Sottrae la somma, la radice trova,
moltiplica il partito e fa la prova.

126.Instruisce a compor l’ultima suora
e fughe, e pause, e sincope, e battute,
e temprar note a l’armonia sonora
or lente e gravi, or rapide ed acute.
Altre vederne non men sagge ancora
oltre queste potrai fin qui vedute,
ben che le sette ch’io t’ho conte e mostre
sien le prime a purgar le menti vostre.