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canto primo 79


91.Né già, mentre varcava i calli ondosi,
la faretra o la face in ozio tenne,
ma con acuti stimuli amorosi
faville e piaghe a seminar vi venne;
e là dove de l’acqua augei squamosi
spiegano i pesci l’argentate penne,
tra gl’infiniti esserciti guizzanti
sparse mill’esche di sospiri e pianti.

92.Strana di quella casa è la struttura,
strano il lavoro, e strano è l’ornamento.
Ha di ruvide pomici le mura
e di tenere spugne il pavimento.
Di lubrico zaffiro è la scultura
de la scala maggior, l’uscio è d’argento,
varïato di pietre e di cocchiglie
azurre e verdi e candide e vermiglie.

93.Ne l’antro istesso è la magion di Theti,
e gran famiglia di Nereidi ha seco,
che ’n vari uffici ed essercizii lieti
occupate si stan nel cavo speco.
Queste con passi incogniti e secreti
e per sentier caliginoso e cieco
van de l’arida terra irrigatrici
a nutrir piante e fiori, erbe e radici.

94.Intorno e dentro a l’umida spelonca
chi danzando di lor le piante vibra,
chi sceglie o gemma in sabbia o perla in conca,
chi fila l’oro, e chi l’affina e cribra;
qual de’ germi purpurei i rami tronca,
qual degli ostri sanguigni i pesi libra;
e sotto il piè d’Amor v’ha molte Ninfe,
che van di musco ad infiorar le linfe.