Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/30

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79.Non è picciol conforto al mal che sente
da l’amata bellezza un cor lontano,
aver almen i’imagine presente,
ch’Amor scolpita in esso ha di sua mano.
Qui vo’ pregarti a rimirar sovente,
ché non vi mirerai (credimi) invano.
Qui meco ognor ne’ duri essilii tuoi
e consigliare, e consolar ti puoi.

80.Vanne, non aspettar che cagion sia
l’indugio tuo del mio perpetuo pianto.
Ritrátti in salvo per occulta via
fin che questo furor si sfoghi alquanto;
né dubitar che l’assistenza mia
non t’accompagni in ogni parte intanto.
Un Nume tutelar d’ogni arte instrutto
invisibil custode avrai per tutto. —

81.Sospirando a minuto, e ’n su ’l bel volto
filando a stilla a stilla argento puro,
la prega Adon, poi che ’l bel dono ha tolto,
di vera fé ne l’ultimo scongiuro.
Ella, che ’n braccio ancor sei tiene accolto,
risponde che di ciò viva securo;
ond’egli alfin con cinque baci e sei
prese congedo, e si spedí da lei.

82.Vener di Giove il nunzio allor dimanda
tra mill’aspri pensier tutta sospesa,
e de l’anima sua gli raccomanda
e lo scampo, e la cura, e la difesa,
pregandol quanto può, mentre che ’l manda
spia fidata e secreta a questa impresa,
che ’n ogni rischio il suo intelletto astuto
gli sia saldo riparo, e fido aiuto.