Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/645

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63.Follerio il ballarin fuor del drappello
degli altri tutti in prova usci primiero.
Sfrenato strale o fuggitivo augello
fora di lui men presto e men leggiero.
Questi una sua corrente agile e snello
danzò con arte tanta e magistero,
intramezata di passaggi tali,
ch’empí d’alto stupor l’alme immortali.

64.Ond’un par di coturni in premio ei n’ebbe
barbaramente a la ninfal guerniti.
Al purpureo corame il mastro accrebbe
ricchi riccami in bel tramaglio orditi;
e ’n guisa che stimar non si potrebbe,
di figure d’argento eran scolpiti.
Ei donogli a Tersilla il giorno istesso,
che ’l don pagò con mille baci appresso.

65.Passa innanzi Alibello, un che co’ salti
s’arrischia a far prodigiose prove.
Sí strani son, son sí mortali ed alti,
ch’orrore insieme e meraviglia move.
Lanciasi in aria, e con tremendi assalti
in mille fogge inusitate e nove
su la punta or d’un brando, or d’una lancia
or la schiena riversa, ed or la pancia.

66.Poi di ferro la man, di piombo il piede
carco, passeggia l’aure, e ’l ciel discorre,
e per la tesa fune andar si vede,
qual Dedalo novel, da torre a torre.
Viensi alfin con ardir ch’ogni altro eccede
col capo in giú precipitoso a porre,
e con l’estremo sol, pendente in libra
sostien se stesso, e si raggira e vibra.