Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/648

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75.Cosí de la sua Lilla innamorato
l’afflitto Pescator tra sé dicea;
ed ella intanto avea sí ben danzato
che l’onor riportò da Citherea.
Dono d’un bel Pavone ammaestrato
tra le mense a servir le fe’ la Dea.
Con la coda sapea ne’ Soli ardenti
scopar le mosche, e temperare i venti.

76.Uscir Clizio Pastor poscia si scorge,
ch’a ballar la sua Filli invita e prega,
Filli sua, che ritrosa alquanto sorge,
pur quel che chiede a l’amator non nega.
Levata in piè, la bella man gli porge,
la bella man, che l’incatena e lega.
Reverente e tremante egli la prende,
e si bacia la sua, mentre la stende.

77.Seco al tenor de la maestra cetra
pian pian s’aggira pria ch’abbia a lasciarla,
indi la lascia, indi da lei s’arretra,
indi rivolto a lei, torna a baciarla;
e cortese un inchino anco n’impetra,
mentre curva il ginocchio ad onorarla.
Stassi la Ninfa in mezo al cerchio immota
Clizio qual Clizia, intorno al Sol si rota.

78.De l’onesto favor fatto orgoglioso,
poi che chiusa piú volte egli ha la volta,
vassene in atto grave e grazioso
a restringer la man che dianzi ha sciolta.
Torna seco al passeggio aventuroso,
e ’ntanto egli le parla, ella l’ascolta;
e trattenendo in bassi accenti il gioco,
scopre l’un l’altro il suo celato foco.