Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/702

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291.Segue Montauro, uom ben corputo e grosso,
da sei scudieri accompagnato e cinto,
con l’istessa livrea ch’ei porta addosso,
stellata d’oro in un rossor mal tinto.
Lo scudo altier, che similmente è rosso,
tien del gran Giove il fulmine dipinto.
Di corona reai, tutta contesta
di gemme e d’or, cerchiato ha l’elmo in testa.

292.E ne la sommitá del morione
par fischi e spiri fuor fiamma vivace,
e spiega l’ali ed apre un fier Dragone
de l’ampia gola il baratro vorace.
Saginato e rossigno ha un suo ronzone,
ch’a la grandezza sua ben si conface.
Nacque in India su ’l Gange, ed è cornuto,
e ’l corno è lungo e piú che lancia acuto.

293.Pende un fiocco di perle al corno in punta,
di perle de le noci assai maggiori.
Porpora con argento in un congiunta
d’un sovrariccio d’or braccata a fiori,
che de l’estremo margine trapunta
di bei fregi ha la fascia e di lavori,
tuttutto il superbissimo Alicorno
tien dal capo al tallon bardato intorno.

294.Gonfio di gloria e di superbia pazza
in se stesso il Guerrier si pavoneggia,
e quantunque sia solo in si gran piazza,
tutta ei solo l’occúpa e signoreggia.
E ben che forte, e di feroce razza,
l’animal che cavalca e che maneggia,
sotto il peso che porta in su la schiena,
ficca un braccio le braccia entro l’arena.