Pagina:Marino, Giambattista – Adone, Vol. II, 1977 – BEIC 1871053.djvu/87

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A L L E G O R I A

La prigionia d’Adone con tutti gli strazii che sopporta da Fal-
sirena, ci fa scorgere gli effetti della Superbia, quando per esser
disprezzata entra in furore; e la vita tribulata del peccatore,
quando addormentato nel vizio, e impigrito nella consuetudine,
si lascia legare dalle catene delle pericolose tentazioni. Il cangiarsi
in uccello è mistero della leggerezza giovanile, che vaneggiando,
non ha ne’ suoi amorosi pensieri giá mai fermezza. La Fontana,
in virtú della cui acqua egli ritorna al suo primo essere, allude
alla divina grazia, la qual col mezo de la penitenza restituisce
all’uomo la sua vera iinagine, giá contrafatta per lo peccato. Vulcano è simbolo di Satana: zoppo, per la privazione d’ogni bene,
brutto, per la perdita de’ doni della grazia, abitatore di caverne,
per la stanza delle tenebre infernali, destinato all’essercizio del
fuoco, per lo ministerio delle fiamme eterne. L’uno dopo l’avere
incatenato Adone, cerca d’ucciderlo. E l’altro dopo l’aver sottoposto l’uomo alla sua tirannide, procura in tutto di dar morte
all’anima. Se non che Mercurio, figura della celeste e vera Sapienza,
lo consiglia, l’aiuta, e rende vane tuttequante le diaboliche insidie. La noce d’oro, ch’aperta somministra altrui lautissime mense,
oltre Tesser simbolo della perfezzione, e della bontá, vuol significare che Toro si fa abondanza in qualsivoglia luogo, ancor che
sterile, e che al ricco non manca da vivere morbidamente nelle
penurie maggiori. L’Interesse con Torecchie asinili, che non gode
della dolcezza dell’armonia, anzi l’aborre, ci rappresenta l’Avarizia
e l’Ignoranza, che non si curano di Poesie, né si compiacciono di
Musiche. La trasformazione della Fata e sue donzelle in bisce
adombra l’abominevole condizione delle bellezze terrene, e delle
delizie temporali, le quali paiono altrui in vasta belle, ma son piene
di difformitá e di veleno.

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