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LA PRIGIONE

7.Falsirena aspettò che piene avesse
Cinthia de l’orbe suo le parti sceme,
ed oportuno alfin quel tempo elesse
che congiunte avea giá le corna estreme.
E veggendo anco in Ciel le stelle istesse
seconde a l’arte sua volgersi insieme,
nel loco usato a celebrar sen venne
de’ sacrilegii suoi l’opra sollenne.

8.Sorge nel sen piú folto e piú confuso
d’un bosco antico un solitario altare,
d’alti cipressi incoronato e chiuso
lá donde il Sole orientale appare,
aperto a quella parte ov’ha per uso
depor la luce ed attuffarsi in mare.
Opaco orror l’ingombra e lo nasconde
sotto perpetue tenebre di fronde.

9.Quivi Idoletti vari e simulacri
l’innamorata Incantatrice accolse,
e quivi a piú color tre veli sacri
con caratteri e segni intorno avolse;
e poi che a’ membri suoi nove lavacri
d’un’acqua fe’, che da tre fonti tolse,
discinta, e scalza del sinistro piede,
il foco e l’ostia ad apprestar si diede.

10.Con la casta verbena e ’l maschio incenso
le fiamme pria de l’olocausto alluma,
e di vapor caliginoso e denso
e l’ara e l’aria orribilmente affuma.
Poi di virtute occulta al nostro senso
dentro il magico incendio arde e consuma
mille con falce tronche erbe maligne,
erbe a pena ancor note a le madrigne.