Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/110

Da Wikisource.

parte di quella inclinazione che la solca tirare al comporre. Se pur talvolta per violenza di qualche caro amico mi cade alcun componimento di mano, è parto di sconciatura, per esser prodotto fra le angustie; onde potrebbe dirittamente chiamarsi «fili us doloris». Sono come quelle merci che si sogliono gittar per Tonde nel tempo della tempesta, o come que’ fiori che nascono di mezo inverno fra le pietre sterili delle montagne alpestri, i quali vogliono spuntare in ogni modo a dispetto del ghiaccio e del vento. Perseguitato da’ nemici, tradito dagli amici, depresso da’ padroni, che poss’io fare di buono o di lodevole? come si può aspettare altezza di concetti da un uomo abbassato? vivezza d’arguzie da uno spirito mortificato? dolcezza di stile da chi non sente se non amaritudine? chiarezza di lumi poetici da chi languisce fra le tenebre delle prigioni? Con tutto ciò, credami V. S., mi basterebbe l’animo di far qualche progresso tra gl’ infortuni, se non mi ritrovassi privo dell’ opere mie. Antonio Perez, mentre ch’era prigionero, tutto che fusse stimato reo di quel che gli era apposto, ritrovò pure nel magnanimo cuore di Filippo secondo re di Spagna tanto di pietá che, secondo ch’egli stesso testifica nelle sue relazioni, gli era pur conceduta la visita de’ figliuoli, co’ quali in parte si consolava. Ed a me sará negato questo conforto: che essendo afflitto e perseguitato senza ragione, non possa in si grave afflizione rivedere almeno i cari parti dell’anima mia sudati con tante vigilie? A Torquato Tasso non fu mai da Alfonso da Este, prencipe di gloriosa memoria, usata tanta crudeltá che non potesse almeno nel tempo della sua carcerazione spender Tore utilmente scrivendo ed emendando i suoi scritti. Ed io solo, se bene il paragone è difforme, sarò quell’infelice a cui con la perdita della luce e di tutte l’altre cose conviene anche perdere il tempo ed i sudori di tanti anni? La dimanda è giusta e ragionevole, né io posso persuadermi che questo serenissimo signore, essendo prencipe cristiano e coscienziato, ancorché sia meco in ira, voglia però ritenersi il mio. Faccialo V. S. se può farlo, perché certo questa consolazione fra le mie miserie infernali sarebbe appunto come una gocciola di quell’acqua celeste che