Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/116

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A chiunque entra nell’ inferno conviene lasciar ogni speranza d’uscirne. — Qui incomincio a desperar oggi della libertá, poiché veggio che la mia spedizione è in saecula saeculorum.

Coloro che sono nell’inferno sono esclusi totalmente dalla misericordia ed incapaci della remissione. — Tale per appunto son io, talmente che la mia rovina si può paragonare al precipizio di Lucifero. Se non che egli cascò dal cielo per eccesso di superbia, ed io ho sempre servito con ogni affetto di umiltá; e questa pena è sola che non ho commune con gli altri dannati, cioè il patire senza colpa. Se pur mi si deve dar l’inferno, non per altro si puoi dir ch’io lo meriti se non per essere stato di Sua Altezza serenissima troppo superstizioso idolatra.

Mi direte voi : — Se cotesto è un inferno e voi siete un Lucifero, adunque tu sei un diavolo; ma questo è impossibile, perché il diavolo fugge la croce, e tu la porti nel petto. — La porto nel petto si, ma molto piú sopra le spalle, e la mia croce, sto per dire, è quasi pesante come quella del Salvatore. Oltraché ebbe anche aiuto da Simon Cirineo, ma io non sono aiutato da persona umana; anzi tutti mi fuggono, perché se bene .son crocifisso, nondimeno, come dissi, sono un diavolo. Tant’è, scongiurate pure a vostra posta, perch’io sono un diavoletto, che non temo essorcismi : fate conto che quel folletto che vi va per casa la notte sia lo spirito del Marino.

È ben vero ch’io non sono spirito maligno, ma uno di quelli incubi che fanno spiritar le belle zitelle e insegnano loro a porre il diavolo nell’inferno alla boccaccesca. S’avete paura ch’ io vi entri in corpo per qualche meato di sotto, andatevi a cacciar tutto nella pila dell’acqua santa, come fece quel buffon mantovano. Il diavolo ha la coda: cosí non l’avesse, ancorché la mia sia messa per altro uso. Il diavolo ha le corna; e chi sa che la mia signora non me Labbia piantate in testa piú di una volta? Eccovi a primo ad ultimimi con tutti i vostri diavoli, ch’io son un diavolo visti, verbo et opere , e che son fitto ne’ tormenti infernali in anima ed in corpo, calzato e vestito.

Mi maraviglio del Doni, che fu pur un galantuomo. Fabricò certi suoi inferni capricciosi, dove mise scolari, soldati,