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LETTERE E DEDICATORIE 119

principio della mia vita da colui che m’aveva data la vita, ch’ in ciò solo il riconobbi per padre. Mi disgraziò, mi discacciò, mi perseguitò; ed in questa mia prima persecuzione non ebbi altri a chi ricorrere che a V. S. illustrissima, che con prontezza da me non meritata mi consolò, mi raccolse, mi aiutò di danari, di vesti, di libri, e, quel ch’ è piú, mi giovò, m’inanimò e mi drizzò agli studi non meno delle virtú intellettuali che delle morali, in ciascuna delle quali m’avanzava ancora in quella etá, tutto che io le fossi superior d’anni. Seguirono le seconde disgrazie, non so s’io mi dica per mia colpa o per l’altrui troppa amicizia: mentre per liberar l’amico mi ridussi in stretta priggione, fui abbandonato da chi doveva aiutarmi, fui favorito da V. S. illustrissima, che non doveva farlo, poiché io non aveva eseguito gli ordini delle sue prudenti ammonizioni. Ebbi per sua intercessione la prima volta grazia dal signor viceré e la libertá; e la seconda, che non poteva aver grazia, ebbi la libertá con la fuga. Sa Napoli quanto V. S. illustrissima mi favori ; sallo Roma, dove arrivai protetto dalle sue lettere e dalla sua auttoritá e poi dalla sua stessa presenza, quando venne mandatovi dal signor viceré di Napoli prima a Clemente ottavo e poi a Paulo quinto, quando fu la primiera cagione delle molte grazie che ho ricevuto dall’illustrissimo signor cardinale Aldobrandino e per suo mezo dal serenissimo duca di Savoia, delle quali non mi fará domenticar mai la disgrazia né la priggione in che ora S. A. mi tiene.

In questa doveva io sin dal principio valermi del favore di V. S. illustrissima, sapendo eh ’Ella poteva essere potentissima non solo per mezo de’ suoi parenti ed amici ma per se stessa, poiché S. A. è molto ricordevole del suo valore e se le chiama tenuta fin dal tempo ch’essendo V. S. illustrissima ancor giovanetto la servi nelle guerre di Ginevra e di Francia co’ «terzi» napoletani. Ma io non ho voluto farlo, sperando, come tuttavia spero, che S. A. conosca per se stessa che io non ho colpa, si che io sia liberato per la mia innocenza, non per l’altrui intercessione. I miei nemici, che non han potuto tónni l’onore con la maledicenza né la vita con l’armi, ora mi vogliono togliere