Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/161

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di delizie e di commoditá, dove non sogliono mancar vezzi da adescare né reti da allacciare, dia Ella si grande edificazione della continenza sua. Altrettanto dico circa gl’incitamenti della crapula e della ebrietá, genitrici de’ morbi, risvegliatrici di Venere e dannosissime estirpatrici della virtú, per cui le vittorie languiscono, le glorie s’oscurano, si snervano le forze del corpo e dèll’animo e si commettono di quelle sceleratezze profane, delle quali Noè, Lot e Baldassarre, Oloferne ed Erode possono essere assai sufficienti testimoni. Queste non ebbero giamai in lei possanza alcuna; ed avvenga che le sue mense sieno per ordinario laute, morbide e per quantitá e qualitá di cibi lontane da ogni parsimonia e frugalitá, facendosi sempre servire con splendore ed alla grande, Ella nondimeno, tra gli apparecchi di tante vivande che ne’ sontuosi banchetti della sua corte ogni giorno abbondano, si dimostra sopramodo parca e sobria senza incorrere in ismoderamento.

L’ottavo raggio è la magnanimitá, il cui ufficio è aspirare alle cose grandi e parimente operarle. Ed in prova di questa particella non voglio recare altro testimonio che l’aquila, nobile ornamento, si come dissi, dell’arrai di V. S. illustrissima e vero geroglifico di questa virtú. E perché crediamo noi che dagli antichi filosofi fusse questo uccello come famigliare assignato a Giove, se non per farci intendere che chiunque sará magnanimo sará qui tra noi quasi un nume reverito e, secondo il detto del Pontano, degnamente rassomigliato agl’iddii? Potrebbe qui bastarmi l’auttoritá di Platone, d’Aristotele e di Plutarco, i quali lasciarono scritto ch’ un uomo col volto somigliante all’aquila e l’effigie di questo uccello nella disposizione delle membra rappresentante, sia chiaro argomento d’un animo grande e reale, e di questi tali buon numero ne raccontano Alberto Adamanto e Polemone. Né per altra cagione fu tanto caro a’ persiani il re di faccia aquilina se non perché avisavano che, tale essendo, magnanimo per conseguente esser dovesse. Ma piacemi, perché meglio appaia questa allusione, le proprietá del magnanimo con quelle dell’aquila paragonare. 11 magnanimo per esser veramente tale deve aver per oggetto tre cose, cioè gli onori sommi,