Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/180

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trasformato poi in quella guisa eli’ Ella ha potuto vedere. 11 che appare dalla seconda impressione di esse Rime , le quali sono state ristampate conforme al primo essemplare con molto maggior diligenza che nella prima non fu fatto, per una bravata eli’ io feci al Ciotti in una lettera. Perciò V. S. mi scusi con cotesto gentiluomo, pregandolo in mio nome a non volermi aver per tanto goffo ch’io non abbia almeno studiata la sfera.

Mi piace che il signor Villifranchi abbia risposto. Cosi avess’io al presente quella vena che desiderarci per servire a V. S. nel particolare del dottorato! 1 grilli poetici mi sono sfuggiti dal capo da parecchi giorni in qua, e mi ritrovo tanto occupato che non mi avanza tempo da canzonare. Perciò mi scuso con V. S. e le bacio le mani.

Di Torino [1614].

CX

Al MEDESIMO

Ancora delle Dicerie e della Dissamina del Carli.

Dopo l’ infirmiti d’un mese, che mi ha tenuto gravemente agitato con febre, ancora convalescente scrivo a V. S. Ma sarò breve, perché la debolezza della testa e della mano non mi lascia ben maneggiare la penna. Mi piace che i miei Discorsi sacri le piaccino ed avrò caro d’ intenderne piú distinto parere dagli altri amici. L ’ Disamina del finto conte dell’Arca è altretanto go’Ta quanto insolente e si va dilatando intorno a cicalamenti di poco rilevo, fuggendo i punti principali. Giá gli si è risposto, e la replica fra pochissimi giorni si stamperá, assicurando V. S. che si renderá all’oppositore pan per focaccia. Se monsignor Maccanelli mi favorirá di mandarmi qualche suo pensiero in questa disputa, me ne terrò molto onorato, né potrá se non giovarmi ciò che mi scriverá un uomo tanto erudito, e farò che il mio difensore si vaglia nell’apologiá con bella occasione dch’auttoritá del suo nome. Con che finisco, baciando a V. S. le mani.

Di Turino [1614],