Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/223

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corona cristianissima, il qual, se bene non è ancor gionto, credo nondimeno che sará qui in breve. Saluto il signor Bertuzzi ed a V. S. bacio caramente le mani.

Di Parigi [1616].

CXXXI

A Giovan Battista Parchi

Lo prega di fare recapitare alcune lettere in Italia.


Questa mattina ho presa la medicina, onde non posso venire come promisi. Dimane poi parleremo insieme. Intanto V. S. mi favorisca di dar fido recapito a queste lettere. Quella che va a Vicenza potrá darla al maggiordomo dch’eccellentissimo signor Gieronimo Priuli. Il pachetto grosso lo consegni al signor secretano Vico, che l’indirizzi al signor ambasciator di Torino; l’altre due vadano per la via ordinaria. E gliela bacio.

Di Parigi [1618?]

CXXXI 1

A don Lorenzo Scoto

Si scusa di non poter scrivere un componimento poetico pel cardinale di Savoia.

L’ultima vostra lettera mi è giunta a tempo ch’io sono in procinto di pormi in viaggio per seguire il re, il quale è giá partito per Suesson e tutta la corte gli va dietro, né so quanto si tratterrá fuori. Potete pensare se in questi motivi si può sperare commoditá di poetare, massime ritrovandosi al presente la mia vena alquanto smunta e molto aliena da quella sorte di componimento che voi desiderate. Debbo adunque credere che mi scuserete se non vi compiaccio di quel che mi domandate, riserbandomi a servirvi in altro tempo ed in altra opportunitá. Tanto piú ch’io mi vo imaginando che la sudetta composizione non sia piú per servire, poiché, dovendo venire a questa volta il serenissimo prencipe cardinale, come si dice, fra pochi giorni, è da