Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/227

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questo e di quello, onde non vorrei che gli amici cari si pigliassero questa briga di sforzarmi a farne. Ma lasciamo queste cose da parte.

Io ho trascritta e mandata a Vinegia la Galeria , onde potrete scrivere al Ciotti che subito stampata ve ne mandi qualche copia. Dopo la Galeria ho copiati anche gY Idilli e adesso sto su la Polinnia. Poiché V Adone ha trovati tanti impedimenti, almeno voglio spacciare queste altre poesie liriche che mi trovo aver composte. Forse intanto le cose pigliaranno altro sesto e l ’Adone troverá la sua fortuna.

Intanto io sono risolutissimo di dare una passatina per cinque o sei mesi in Italia, perché il serenissimo nostro Cardinal di Savoia mi ha fatto scrivere piú volte che mi aspetta insieme col serenissimo prencipe suo fratello; onde io mi delibero di dargli questo gusto. Ho pensato adunque di venirmene costá a Turs per farmi pagare i quartieri scorsi della mia pensione, della quale son sicurissimo che sarei giá stato pagato se fossi venuto prima; ma si perché credeva che la corte dovesse ritornar tosto, come per la mia indisposizione, ho lasciato di farlo. Ora non mi trattiene altra cosa se non il dubbio di non ritrovare il re costi ; talché se fossi certo che non dovesse partire per altri quindeci o venti giorni, non mancherei di mettermi in viaggio. Vi prego adunque a volermene subito subito avisare e consegnar le lettere al signor Magnanini, perché vi verrò incontanente a trovare, benché non mi trovi totalmente sano. Costi parleremo poi piú lungamente dei nostri affari, perché in caso ch’io mi determini di venir in Piemonte, bisogna che l’uno di cotesti serenissimi prencipi dimandi buona licenza per me. In Torino poi stamperemo la Strage degl’ innocenti, la quale è destinata al serenissimo prencipe cardinale. Con che vi bacio le mani.

Di Parigi [1619].