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GIAMBATTISTA MARINO

nel maneggiar queste tinte è mirabile. Sopra tutto vi raccomando la prestezza, accioché la spediscano quanto prima, perché a si fatti cervelli vi bisognano gli spontoni, e massime il signor Malombra, il quale è tardissimo e non ha voluto mai compiacermi d’una linea di sua mano. Ma questo favore potrá emendare tutti i torti passati. Io credo che per essere i quadri piccoli si potranno avere per una dozina di ducatoni il pezzo, ma per danari non resti: offerite loro tutto ciò che vogliono, pur che si spacciano presto e bene; e se vi pare di dar loro caparra, fatelo, dandomi conto del tutto. Di grazia, non mancate di scrivermi la risoluzione quanto prima, ed in particolare della summa de’ quattrini, accioché io possa subito inviargli. Potrete consegnare le lettere, con tutto quello che vorrete mandarmi, al fratello illustrissimo costi di questo eccellentissimo signor ambasciatore veneto, indirizzandole a Sua Eccellenza. E con tal fine torno a raccomandarvi questo negozio, e ne fo mio agente, procuratore e sollecitatore il mio caro caro signor Sigonio, il quale ha ben il torto a non darmi novelle del suo buono stato, poiché non è uomo al mondo che piú l’ami o che piú confessi d’essergli obligato di me.

E vi bacio le mani.

Di Parigi [fine del 1619].

CXLV

A don Lorenzo Scoto

Si duole di non avere ancora ricevuta dal Tesauro una sua cassa con libri e scritture.

Scrissi al signor Tesauro che mi favorisse di far subito consegnare una delle mie casse, la piú nuova e piú grande, al signor Dionigi Meinier che sta col signor Crotti, il quale averebbe avuto cura d’ inviarmela. Ora questo ha scritto qui al signor Fresia che il signor Lodovico non gliel’ha voluto consegnare e non so perché. Questa cosa mi fa stare molto sospetto, e perciò prego V. S. a voler parlare ad esso signor Tesauro, ripregandolo