Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/252

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eziandio in quelle cose che piú mi rilevano nella fortuna e nell’onore. Rassomiglio poi V. A. a Giove, non ostante la giovanezza, non senza confacevole proporzione. Ché se a quello si attribuiscono il folgore, simbolo della potenza, e l’aquila, figura della magnanimitá, amendue queste qualitá si son vedute e si veggono a tempo essereitar da lei ottimamente con infinita gloria sua: l’una atterrando i nemici, quasi lulminator di giganti ; l’altra sollevando gli amici e giovando a tutti né piú né meno come l’istesso Giove. E se pur Ella, come Giove per Leda, non si trasforma in cigno, ama però i cigni e del canto loro si compiace. E se, come Giove per Danae, non si distilla in pioggia d’oro, dona nondimeno volentieri dell’oro e con profusa liberalitá lo dispensa. E se, come Giove per Europa, non prende effigie di toro, rende almeno in Europa il suo toro riguardevole e formidabile. Che dico io? Non solo la somiglianza di Giove per la maestá e per la generositá, ma anche quella di Marte per l’ardimento e per lo valore si verifica benissimo in V. A., delle cui prodezze in questi ultimi conflitti del Monferrato, e special mente nell’assedio d’ Asti e nel soccorso di Cravacore, son rimase segnalate e sempiterne memorie. L’affrontare con tanto coraggio seguito da poca gente la moltitudine d’un’armata reale e sostenere quasi solo l’impeto d’un numerosissimo essercito, l’entrare con tanta bravura nel grosso della fanteria nemica e farne di propria mano uccisione notabile, il disprezzare cosí intrepidamente i pericoli piú gravi né spaventarsi nella maggior folta dch’armi per esserle due volte ucciso sotto il cavallo, il difen dersi cosí animosamente a piedi e, malgrado di coloro che la circondavano, rimontare e ridursi in salvo; queste prove, che vincono non pur la sua etá ma l’altrui credenza, fanno chiara fede al mondo quanto a V. A. ben si convenga il paragone di Marte. Marte, però, non discompagnato da Pallade per la matura prudenza, per l’accorto senno e per lo discreto giudicio, che nelle cose tanto di guerra quanto di pace incomparabilmente dimostra e che ne’ piú dubbiosi consigli la rendono pronta e risoluta alla elezione de’ partiti migliori. Né disgiunto anche da Venere, si per la grazia e venustá singolare di cui condisce tutte quante