Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/256

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in guisa ch’io conosca la loda trappassar di gran lunga la capacitá de’ meriti miei, questo mi fa doppiamente vergognar di me stesso. Forse il fate per dimostrar l’altezza del vostro spirito, il qual si come in tutte l’altre operazioni tenta sempre l’eminenza e cerca la sovranitá, cosí ancora lodando, non contento delle lodi ordinarie, trascende i gradi mezani e si diffonde negli eccessi. Certo io debbo prenderle senza alcun sospetto d’adulazione, si perché da animi cosí candidi come sono i vostri, eziandio quando si lasciano cadere in passione di parzialitá, non si può sperare altro che giudicio sincero; si perché, essendo la loda frutto della virtú, non deve stare in sui termini della trivialitá. Anzi (se mi è lecito dirne con libertá la mia opinione) io per me stimo migliori e piú tollerabili le detrazioni gravi che le lodi mediocri. Colui che biasima quanto il fa con maggior veemenza tanto meno è creduto, percioché quanto i biasimi sono piú acerbi piú il fanno conoscere per nemico del biasimato. Ma colui che loda freddamente e a bocca secca, discopre o malignitá di cuore in occultare quelle qualitá dell’amico che non si deono tacere, o penuria d’ingegno in non saper ritrovare invenzione da lodar con efficacia né parte alcuna nel lodato che possa meritar l’altrui loda. Per queste ragioni, tutte quante le lodi che dalle vostre penne o dalle vostre lingue mi sono attribuite si riflettono in voi stessi, perché, lodando si bene, date ad intendere a chi legge e a chi ode che sapete eccellentemente lodare anche coloro che non sono lodevoli. Comunque sia, s’io dicessi che Tesser lodato non mi piace, senza dubbio mentirei, ché la loda è una musica che diletta a tutti e un incanto ch’agli aspidi istessi per ascoltarlo farebbe cavar la coda dell’orecchio. Che sará poi quando la loda esce di bocca di persone lodate? Quella invero si può chiamar loda gloriosa e l’ambizione del gloriarsene è ragionevole, lá dove al contrario i lodatori indegni allora commendano quando vituperano e allora avviliscono quando essaltano, percioché ne’ lodati da cotali uomini si presume conformitá di costumi e negl’ ingiuriati contrarietá. I veri onori e le vere glorie si derivano da’ par vostri; e s’alcun di voi dicesse mal di me, allora non potrei fare di non affligermi e restarne mortificato, perché crederei