Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/284

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CLX

Al signor N. N. suo amico

Errori del Mondo nuovo dello Stigliarli.


10 non vi scrivo, perché so che alla nostra amicizia non son necessarie si fatte ceremonie, oltre che in tanta lontananza la maggior parte delle lettere si perde. Basta che vi amo di buon cuore e son tutto vostro al solito, e son piú che sicuro di averne buona corrispondenza.

Vi ringrazio delle novelle poetiche e, quanto al Mondo nuovo, vi dico che l’ho letto e riletto con molta pazienza e ne son rimaso atterrito, come sia possibile che l’auttore sia arrivato a tanto eccesso..., poiché par che a bella posta abbia voluto procacciare tutte quelle durezze e bassezze che potrebbono avvilire qualsivoglia gran poema. Circa quel che tocca al fatto mio, io me ne son riso e me ne rido. E vero che ne’ furori di quel primo impeto, quando mi fu dato l’avviso ch’egli mi avea strappazzato, diedi di piglio alla penna e sconcacai parecchi sonetti intitolati Smorfie ecc. Ma poi mi son meglio consigliato ed ho determinato di non farne motivo, dissimulando il tutto.

Scorrendo il libro ho notate in un foglio forse quattro o cinquecento scappate grosse grammaticali, per non entrare nelle sottilitá delle delicature poetiche. Quando mi sarò disbrigato d’ alcuni affari che mi premono, gliele voglio mandare per mortificarlo alquanto. Nel resto mi basterá che con la sepoltura della sua operaccia restino sepolte le ingiurie che mi ha fatte.

11 mio ridane, piacendo a Dio, sará spedito per tutto questo verno, né mi scorderò di voi. E per esser tardi e per ritrovarmi molto occupato, finisco baciandovi caramente le mani e pregandovi a comandarmi.

Se trovate costi qualche bel disegnetto ben finito, avvisatemi il prezzo, ché procurerò di rimettervi il danaro, poiché me ne diletto sommamente. Ilo cumulati i ritratti di tutti i letterati moderni. Me ne mancano alcuni e fra gli altri quello del conte