Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/309

Da Wikisource.

altro titolo generale nel principio, come giá fu fatto. Basterá solo legargli insieme, che faranno un volumetto onesto. Circa le Dicerie io ho pensiero, come dovete sapere, d’accommodarle ed aggiugnervene molte, talché se ne potranno far due tomi in quarto; ma al presente son tanto occupato che non ho tempo. Perciò, se le vorrete ristampare, potrete farlo con quelle poche emende che giá vi mandai, infino a tanto ch’io possa effettuare il mio disegno.

Risaluto il signor Orsino e bacio le mani al nostro signor Petracci, a cui non rispondo per le molte occupazioni. Ma assicurisi ch’io l’amo e lo stimo quanto si conviene, né mancherò di mandargli V Adone e gl ’ Innocenti subito che saranno usciti alla luce. Volevo mandarvi il Trattato delta corte che desiderate in lingua francese, ma la vostra lettera mi è capitata oggi ch’ è la seconda festa della Pentecoste, onde le botteghe non sono aperte. Per l’altro ordinario manderollo senz’altro, e vi priego a non risparmiarmi in cosa alcuna di vostro servigio, ché questo è nulla.

Finalmente le carte del signor Contarini vennero, e cosí quelle del signor Guinigi, il qual con quest’ultimo mi ha inviato un pacchetto di figure del Franco, che mi sono state carissime, perché se bene io ne aveva alcune, me ne mancavano molte. Perciò torno a pregarvi che tutto quel che potete avere di esso P’ ranco e del Bonassone non lo lasciate per danari, poiché vi pagherò tutte le spese in una volta, e se in cotesta libraria che si vende vi ha qualche libro d’ intaglio vecchio e di cose buone, compratelo, ch’io vi rimborserò subito il vostro danaro. Non lasciate d’importunar del continovo il signor Palma, e ditegli da mia parte che i miei quadri qui sono aspettati come il Messia, e vi sono molti pittori i quali dicono ch’egli non fará gran cosa essendo vecchio. Io ho saputo ben rispondere per le rime e gli ho fatti tacer confusi, mostrando loro de’ disegni di sua mano, la cui eccellenza e perfezione non hanno pure ingegno da saper conoscere. Poiché la maggior parte di costoro non vale in altro che in ritratti, ma per far componimenti d’istorie sono goffissimi, se bene ve n’ha qualcuno pur, che ha studiato