Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/47

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XXVIII

Al medesimo

Dá notizia delle pratiche fatte con monsignor Giusto per un dipinto da eseguirsi dal Castello in San Pietro.

Diedi subito di mia mano l’inclusa al signor cavalier Arpino, il quale ringrazia V. S. di tutto cuore e giá supplisce a questo debito con esso lei per una sua risposta particolare, si come potrá veder nella posta. Gli ho detto dell’altro quadro del quale V. S. mi favorisce, ed è entrato in sommo disiderio di vederlo quanto prima, e dice che quando Ella verrá in Roma la vuol servire in tutto quel che potrá con ogni affetto.

Io ho parlato a monsignor Giusto per avere il sito della tavola e l’istoria, accioché V. S. possa aver tempo di farsi onore; ed ha promesso di risolvermi fra pochi giorni. Saremo poi col detto signor cavaliere e le manderemo i lumi nella maniera che vanno. Fra tanto disidero che mi comandi qualche cosa di suo servizio ch’io possa di qua, e che mi conservi sopra tutto in grazia delli signori Imperiali e Cella. Sto aspettando il favor della nuova Venere. E bacio a V. S. le mani.

Di Roma [1604].

XXIX

Al. MEDESIMO

Dá notizie delle pratiche per la pittura del Castello in San Pietro, dice d’inviare una canzonetta e discorre della Venere.

Nel negozio di V. S., per molta diligenza che si sia usata, siamo stati alquanto tardi, percioché nella congregazione dove si trattò questa cosa delle tavole di San Pietro si fece una costituzione che non si debba pagare piú di dugento scudi l’una; il che mi pare una baia. E perciò ne ho ragionato col mio cardinale, il quale mi ha promesso di fare ufficio con l’auditor della Camera per V. S., e circa il prezzo sará pagata secondo la