Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/55

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Séguita la Strage degl’ innocenti, divisa in due libri. Nel primo si potrá rappresentare la Crudeltá, con una face in una mano e nell’altra una sferza di serpi’ e vestita tutta d’un abito fregiato di vipere, la qual viene a stuzzicare Erode mentre che dorme di notte, overo quando lo stesso Erode risvegliatosi fa convocare il Consiglio de’ suoi prencipi ed espon loro la cagione de’ suoi sospetti, assiso nel trono, che si descrive con una umbrella sopra il capo e con sei scalini, con dodici leoni dai lati, due per ciascun gradile. Il secondo libro contiene la strage e la uccisione de’ miseri bambini, la quale si potrá depingere conforme al solito.

Vi è anche un poemetto intitolato II pescatore. Qui si può figurare un pescatore assiso in una riviera, che si finge esser Posilipo, e mentre sta pescando ragiona alle barche che passano del mestier della pesca.

Un altro poemetto si chiama / sospiri d’Ergasto. E qui potrá rappresentarsi un pastore che guarda la sua greggia, assiso in una selva con un cane vicino, in atto di star pensoso e dolente, quasi lamentandosi.

Vi sará poi il panegirico fatto per Leone undecimo, dove potrá ritrarre il Tebro che esce fuor della sua spelonca di mezzo al fiume rivoltandosi verso Roma, ed un pastore che sedente in un prato lo sta ascoltando mentre che parla. Il che s’ introduce esser di notte serena.

Havvi un altro panegirico alla reina d’ Inghilterra, intitolato La Fama. E qui potrá metter la stessa Fama, volante con le sue trombe.

Se altro vi sará di nuovo, ne aviserò V. S. Questo per ora è quanto io ho intenzione di publicare nel primo volume delle mie stampe; onde Ella potrá aver tempo di pensar qualche bel capriccio, accioché nella seconda impressione restino onorate delle sue maraviglie.

La canzonetta fatta al signor Giacomo Doria è sbozzatura: qualunque si sia, vaglia per fede dell’osservanza che porto al nome di quel signore e dell’affezion che porto al signor Rocca.

G. B. Marino, C. Achiluni e G. Preti, Lettere - i.

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