Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/58

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rido e non credo che l’India nello sbarco della sua fiotta mandasse mai nel nostro mondo il piú mostruoso animale di questo. Immaginatevi se per far un’appendice alle carte di tarocco si può trovare la piú bella figura.

[Di Roma, 1605?]

XXXVIII

A Bernardo Castello

Chiede un disegno per un personaggio di riguardo.


Fu certo gran disaventura la mia che in su la mia dipartita di costá non potessi riveder V. S., si come io credeva e disiderava, tutto che molte volte vi ritornassi. Ora a quell’ uficio di debito ch’io non potei adempir di persona con esso lei, vengo a sodisfar con questa e insieme a supplicarla d’un favor che mi preme.

Un personaggio principale, a cui non posso mancare, ha raccolti in molti anni da molti e diversi maestri, e particolarmente da’ piú famosi che oggidí vivano, un buon numero di disegni quasi nella medesima forma che son quelli che si veggono nelle stampe di Pierino del Vago, e n’ha messo insieme un libro il qual tiene per suo trastullo. Egli ha notizia del sommo valore di V. S.; onde disidera qualche fantasietta di sua mano, tirata o di penna o di lapis o di chiaro oscuro, rimettendosi in quanto alla invenzione in tutto e per tutto all’arbitrio del suo capriccio. Mando a V. S. la misura del foglio, il quale ha da andar per lungo, si come sogliono i libri da musica. Se vorrá favorirmi, potrá inviarlomi a Ravenna, dove io sono al presente e dove penso di fermarmi per questa estate, avertendo di ravvolgerlo in un cannoncino di latta o di stenderlo fra due assicelle di legno, perché non sia guasto dalle pieghe. Priego V. S. efficacissimamente a non voler defraudare la speranza ch’io ho nella sua cortesia, dalla quale io m’ imprometto l’effetto di questa grazia, da me riputata fra tutte l ’altre singolarissima. E senza piú, le bacio riverentemente le mani.

Di Ravenna [1606].