Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. I, 1911 – BEIC 1872860.djvu/81

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con secretezza a sparger alcune non apologie ma invettive in prosa, sotto colore che fussero giá prima del nostro abboccamento state fatte; specialmente due: l’una in risposta ad un sonetto che si faceva beffe di certe erbe piantate nel suo poema, l’altra in nome di Pino, cane di V. A. Ed Ella istessa può ricordarsi di quel che scrisse contro di me mentre che Ella si ritrovava nel Mondovi, non ostante ch’allora a punto si fusse con esso meco pacificato. Né di ciò ben contento, sollecito machinatore di mille uffici illeciti, non lasciava in questo mezo di tentare con occulte mine per nuocermi diverse vie.

Che ha fatto, anzi che non ha fatto per impedirmi l’onore della croce.’* quante falsitá ha opposte? con quante calunnie si è attraversato? detraendo alla onorevolezza della mia casa ed infamando la qualitá del mio nascimento, la quale a tutti, la Dio mercé, è nota nella mia patria, e qui a V. A. da due cardinali di tanta auttoritá e di tanta bontá, oltre le prove ordinarie, è stata testificata. Ma tutto ciò è nulla a fronte a quello che in altra materia assai piú importante ha operato. Ed in questo capo conviene ch’io con alquanta digressione mi distenda.

Molto in vero il Murtola mi ha offeso mormorando di me con la lingua, piú ingiuriandomi con la penna; grande offesa è stata il contraporsi alle mie pretendenze, maggiore l’assalirmi insidiosamente con mano armata: ma alla fine e queste e quelle offese sono appo me di picciolo anzi di niuno rilievo al paragone d’una che troppo addentro mi preme. Le detrazioni de’ maligni non hanno forza se non sopra il nome che svanisce, l’ ingiurie delle scritture non pregiudicano se non alla fama che vola, l’opposizioni de’ calunniatori interrompono appena la fortuna ch’ è ’nstabile, l’ insidie dell’armi nocciono solamente al corpo ch’ è fragile. Piaghe insomma che tutte si saldano, danni che tutti si possono o rimediare o vendicare in qualche maniera. Il biasimo della riputazione si supera con la veritá, l’oscuritá della fama si rischiara con le opere, la caduta dai gradi si ristora con la speranza del risorgere, la perdita della vita istessa si risarcisce con l’onorata memoria che si lascia a’ successori. Ma quella macchia, la qual può contaminare l’onore che sempre