Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/121

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par mio. E questo è quello, come vi dissi, che mi preme. Ed eccovi contezza di me.

Quanto alla seconda parte della lettera, vi ringrazio di tutto core degli amorevoli avisi che mi date, e procurerò di farvi vedere che io stimo i vostri consigli, con desiderio ancor di servirvi in altro, purché me ne mostriate l’occasione. Tratanto conservatevi, ch’io, augurandovi dal cielo in capo a l’anno un bambolino maschio, vi bacio le mani. Il medemo fa il Fieschi.

Di Roma, li 27 ottobre 1601.

II

Al signor Antonio Lamberti


Della morte di papa Leone XI e della probabile elezione del Cardinal Borghese.

Mori il papa di puntura coperta, e quel sospiro nel quale rissolse la vita fece fare aborto alla fortuna di mille, in quel punto apunto ch’ella stava per partorir loro qualche bene. Ma stimo che questa morte sia stata a lui fortunatissima, poiché s’erano veduti lampi tanto grandi nei felici principi del suo principato, ch’era quasi impossibile il credere che il resto dovesse rispondere, se bene una gran pioggia di lagrime di tanti suoi servitori, sollevati in alto per essere piú trabochevolmente precipitati, quasi corrispondesse ai lampi ed ai baleni di quei fortunati principi, potendosi in un certo modo sovertire quel bello e antico proverbio: «Extrema gaudii luctus occupata, con dire «Principia gaudii luctus occupata. Dal che imparino quegli che non hanno l’animo composto, ma fra mille aggiramenti di queste ambizioni terrene perturbato; poiché, in quelle amare contingenze di cose, l’eterna providenza con bella disciplina c’insegna che tutte queste grandezze sono sogni e vanitá fugaci, ch’altro non fanno che tenerci un velo all’anima che gli appanni gli occhi dello spirito, si che non s’affisi in quelle incorruttibili ed eterne bellezze del cielo, in comparazione delle quali tutte le grandezze di qua giú, quando ben fossero di longo tempo, sono