Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/157

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fanno una certissima fede del divino giudizio che riluce in si latta scrittura, e crediamo senz’altro che con avenimenti non dissimili resterá canonizato il solenne pronostico e la gloria di una tanta penna. Ma, Dio buono, non abbiamo avuto fortuna dalla Paternitá Vostra di poter rinvenire la fatidica Cassandra di si fatti successi. Ben sappiamo che non si sono per ancora vedute profezie si politicamente aggiustate come quelle di quei fogli, e stimeremmo beati quei re che si fatto giudizio e si fatta penna avessero per consiglierò e per secretaria. Non vedesi scrittura in simil genere, o concernente ai presenti overo ai tempi passati, che a mezzo ’l foglio non dia saggio della viziosa parzialitá dello scrittore, e conseguentemente non si vegga nell’affetto di lui sepolta la fede dei concetti, e nella fede del cuore screditata quella giudiziosa indifferenza che tanto è desiderata in chi vuole intraprendere la nobile carica di scrivere in si fatte matterie. Ma nella moltitudine di tanti fogli che ne diede la Paternitá Vostra a leggere, Dio buono, com’egli è mai possibile non potessimo scoprire pure una minima scintilla di passione che derogasse alla gloriosa neutralitá dell’auttore, e per longa diligenza che abbiam fatta non abbiam potuto rinvenir un essempio d’un tanto pregio. Altre scritture si veggono, che dentro ai lisci retorici chiudono deturpata la politica maestá, né sanno altro piú vivamente e piú eloquentemente rappresentare che i propri livori e le proprie passioni. Quella scrittura con eloquentissima prudenza, senz’affettazioni o livide o retoriche, espresse puramente il vero di quanto è poi succeduto e di quanto, crediamo, succederá. E per iscrivere con un solo tocco d’ingenuitá quello che ne sentiamo, noi abbiamo in tanta venerazione quella scrittura in quanta aver si possa scrittura mortale; e viva sicura la Paternitá Vostra che alcuni altri giudiziosi ingegni che capitano talvolta alla conversazione del signor Achillini, che l’udirono leggere, ne formarono Io stesso concetto. Simili d’eccellenza in ogni genere furono le due scritture intorno al ritorno dei giesuiti a Venezia; lette le quali, disse il signor Achillini; — Figulus Figlilo. — Io l’interrogai del senso di si fatto proverbio. Egli mi rispose che la piú sublime e la piú apostolica