Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/164

Da Wikisource.

Insomma Tapi di Pindo non sanno stillar favi piú dolci di quelli che fabricano nella vostra bocca, e la fama poetica non sa volar con altre penne che con la vostra. L’invidia poi de’ vostri detrattori non sente i suoi funerali piú risoluti che nelle mie parole. Rallegromi delle vostre fortune in codesto regno, e particolarmente che la vostra speranza a guisa di fenice sia risorta piú viva e piú bella dal suo rogo.

Moro d’impazienza per non potervi rivedere. Ma chi sa?

Reverite a mio nome, ve ne prego, tre personaggi segnalati: il nunzio apostolico, gloria de’ prelati ; il signor di Bettune, norma de’ cavalieri; e monsignor Rucellai, specchio di valore e di gentilezza.

Vivete felice e conservatevi tale con la vostra prudenza, perché voi servite ad un re nelle cui mani dirò quasi che Marte ha riposte tutte le speranze delle sue glorie in terra. Per fatai decreto voi sarete un giorno l’Omero di cotesto Achille. Intanto baciovi carissimamente le mani.

Di Bologna [principi del 1620].

LXV

Del Cardinal Alessandro Ludovisi

Prende atto che l’Achillini promette di partire da Roma fra quattro giorni, e non mancherá di raccomandarlo ai signori del reggimento di Bologna circa la cattedra da lui desiderata.

Di Bologna, li 17 luglio 1620.

LXVI

Del medesimo

Troppi obblighi di gratitudine ha verso l’Achillini, perché questi possa menomamente dubitare che egli non faccia quanto è in lui circa l’affare della cattedra bolognese.

Di Bologna, li 18 di luglio 1620.