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CXLVII

AL CAVALIERE FRA OTTAVIO PlCCOLOMINI D’ARAGONA


Nel congratularsi con lui per la vittoria di Lútzen, lo invita a conquistare Gerusalemme.

Gli avvisi della memoranda battaglia di Lútzen sparsi per tutta Italia, vengano pure da qual parte si voglia, tutti paiono panegirici tessuti e consagrati al vostro nome; anzi aH’aprir di quei fogli pare che s’aprano le cataratte della gloria militare a profonder diluvi di raggi su la vostra spada. Perché tutti ascrivono al vostro braccio la salvezza dell’ imperio, i respiri di Cesare, il terrore del Settentrione, l’allegrezza della Chiesa, il terrore di Gustavo. Parti questi dall’Aquilone, entrò nella Germania e, quasi fulmine di Marte, in un giro d’occhi sfrondò gli allori di Cesare, atterrò l’eminenza di quelle palme, disoccupò le sedi a’ prencipi confederati. La sua destra non impugnò la spada che non la mutasse in scettro, la sua chioma non vesti l’elmetto che noi cambiasse in corona, il suo piede non punse il cavallo che noi drizzasse al Campidoglio. L’ imperio, ferito ne’ precordi, si riducea agli ultimi palpitamene, l’Italia pensava a’ propri casi, Roma impallidiva, l’Occidente tremava, l’ indiche vene correano indarno a tanto incendio, l’Oriente stupiva, la religione temeva. Quando eccolo in un momento cadere a’ vostri piedi, irrigar col suo sangue le strade a’ vostri germanici trionfi, e tutto finalmente il cumulo delle sue glorie disciogliersi nello spirito de’ vostri applausi.

Felice voi, che il vostro invitto valore vien testificato dalle lingue de’ nemici, predicato dalle bocche delle vostre ferite, vagheggiato dal sole, aperto e celebrato dallo stupor di tutto il mondo. Voi avete posta la penna in mano a cento istorici, perché dei vostri colpi restino attoniti e gloriosi i loro annali ; anzi tutti i secoli si sono interessati in cotesta azzione, perché i passati s’oscurano, il presente trionfa, i venturi s’impegnano per mille ragioni a benedirvi. E chi finora non vi celebrò, chiude al presente il periodo del suo silenzio col punto della meraviglia. Per voi resta glorificata l’ineffabile prudenza del