Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/266

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iota da rimovere. Ed insomma (per ridurre in una sola parola tutta la lunghezza del discorso fatto), di ragione, che io ho, voglio aver torto, purché cosi paia all’ A. V., a’ cui supremi comandamenti sta allegramente apparecchiata ogni mia ubbidienza.

E per fine umilissimamente la riverisco.

Di Parma, 24 d’agosto 1606.

XVI

Al cardinale Cinzio Aldobrandini


Lo ringrazia di avergli impetrato il ritorno a Parma, non ostante il duello avuto col Davila, e promesso di non fargli trovare ostacoli nella ristampa del Canzoniere >.

Dalla lettera immediata di V. S. illustrissima e dall’altra fattami scrivere in suo nome per Io signor Nores ho saputo dupplicatamente l’assicurazion ch’Ella m’ha impetrata per la persona, non ostante la question che fei costi; e saputo ho anco la ristampa che a suo tempo m’impetrerá per lo Canzoniere , non ostante la seguita sospension di quello per accusa dell’ istesso avversario con ch’io venni alle mani. Della prima cosa la ringrazio, e della seconda la supplico a ricordarsi; e d’ambidue le resto obbligatissimo, quantunque i benefici, ch’Ella si degna di fare a me, risultino non meno a gloria sua che a profitto mio, sapendosi da ognuno ch’io, si come ho dedicato il libro al nome di lei, cosi ho dedicato la persona alla sua servitú. Alla qual, per fine, pregando da Dio ogni colmo di felicitá, fo riverenza umilissima.

Di Napoli, 7 ottobre 1606.

XVII

Al SIGNORI ACCADEMICI INNOMINATI, A PARMA


Ringraziamenti per essere stato nominato principe dell’accademia.

Si come, misurando io il mio corto merito e la fina prudenza delle SS. VV., non credetti mai ch’Elle dovessero, di piede ch’io sono in questo nobilissimo corpo accademico, trasformarmi in