Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/27

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come molto espressiva delle due necessarie e principali condizioni del principe, dinotando per la parte umana il reggimento della pace e per la ferina l’amministrazione della guerra. La qual significanza si attende che debba perfettamente verificarsi in S. M. come degno figlio di si gran padre ed erede non meno delle paterne virtú che de’ regni, la cui generosa indole precorre l’etá e vince l’altrui speranze. E giá gli effetti ne fanno fede, poiché non cosi tosto prese in mano le redine dell’ imperio che stabili per sempre la devozione ne’ popoli, ed appena assunto al possesso dello scettro gli fu commesso l’arbitrio del mondo. Egli è ben vero che se il centauro (come finge il medesimo scrittore) per rendersi uguale alla statura del giovanetto, quando le dette cose nel grembo gli sporgeva, piegando le gambe dinanzi si chinava; chiunque volesse con dono conforme pareggiare gli eccelsi pregi di S. M., ch’ancor crescente si solleva a pensieri tanto sublimi, bisognerebbe per contrario invece d’abbassarsi innalzar piú tosto se stesso a quel grado d’eccellenza che nella mia persona e nel mio ingegno manca del tutto. Per riparare adunque alla disconvenevolezza di cotale sproporzione, io mi sono ingegnato di ritrovare un mezo potente, e questo si è introdurre il mio dono per la porta del favore di V. M., anzi all’una ed all’altra Maestá farlo commune, accioché si come Ella è per tutti una fontana anzi un mare onde scaturiscono agli altri l ’acque della vena regia, cosi sia per me una miniera, onde passando quelle del mio tributario ruscello piglino altro sapore e qualitá che non dispiaccia a gusto si nobile. E si come Ella è fatta, si può dire, lo spirito assistente del regno suo, avendolo tanto tempo governato con si giusto e provido reggimento, cosi si faccia anche il genio custode dell’opera mia, rendendola in virtú del suo glorioso nome e della sua favorevole autoritá piú cara e piú dilettevole. Veramente che la madre abbia a partecipare delle glorie e delle lodi che si danno al figlio è dovere di legge umana e divina, e che in particolare debba Ella aver parte in quelle che si contengono in questo volume è cosa giusta si per rispetto suo come per rispetto mio. Per rispetto suo, poich’essendo V. M. la terra che ha prodotta si bella pianta e la