Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/280

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mie a lei non capiti níuna. E s’io fussí avvezzo a mal pensare come lo sono a pensar bene, avrei quasi cagion d’ immaginarmi Ch’Ella le riceva, ma le dissimoli per qualche suo nuovo rispetto, che non avea quando cominciò a negoziar meco; non possendo essere che ’l corrier di Genova sia fedele nel venire in qua e sia infedele nell’andare in lá, mentre egli è sempre l’istesso uomo; purché coloro a cui si scrive siano ancor essi i medesimi. Dunque, se V. S. non ha veramente avute le mie, faccia buona diligenza alla posta, ché ve le troverá infallibilmente tutte; e trovate che l’abbia, me n’accusi la ricevuta con rispondermi a tutti i capi di quelle. Ch’io non posso stare a dupplicare e triplicar lettere senza proposito, non essendo persona oziosa ma occupata cosi negli studi come nella cura domestica. Ché, alla fin delle fini, se la mia opera è tale che meriti la spesa del ristamparsi, ciò si fará un giorno senza mia ínstanza, non ostanti le machinazioni che da un mio malevolo le sono state fatte in Vinezia ed in Napoli e forse anche le si fanno ora costi. 11 che non è in tutto immaginazion mia, ma ne sento qui alcun buccinamento dai signori scolari della nazion genovese. La prego in conclusione a darmi del negozio libera ed assoluta risposta, acciocché né io né V. S. perdiamo il tempo, avendo tutti due altro da fare. E le bacio le mani.

Di Panna, 25 di marzo 1619.

XXXVU Al medesimo

Intorno allo stesso argomento.

Mi ragguaglia V. S. per la sua del 4 d’aprile d’aver ricevuto la mia ultima del 25 di marzo. Lodato Iddio che la fedeltá del corriero non è piu parzial com’era, ma si communica a tutti! Dicemi V. S. in questa lettera tre cose, alle quali risponderò, e poi ne soggiungerò una di mio.

La prima è ch’Ella ha fatto fare una squisita cerca alla posta per l’ altre mie vecchie, e non vi si trovano. Ai che rispondo