Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/288

Da Wikisource.

Il qual preterito fíniente in «ivi» è latino d’origine, ma scritto da’ toscani antichi e ragionato da’ pugliesi odierni: «io mi fuggivi», cioè «io mi fuggii». E di qui è ch’anch’io, per essere inteso, volsi (oltre il predetto «votti» del Mondo nuovo) dir nel Canzoniero «tolla» da «toglila» e non «tola» da «toila»:

Tolla e sarai per essa in ogni piaggia.

Ma lasciamo gli autori non nativi di Toscana. Dante medesimo, per non dir «femi» da «feimi», disse due volte «femmi» da «fecimi», per questa apocope; l’una in rima, accordandolo con «tienimi» e con «rendemmi»:

...ch’io caddi vinto; e quale allora femmi salsi colei...,

e l’altra in mezo al verso:

Tal ch’io varcai Virgilio e femmi presso all’un de’ duo.

Oltre di ciò, egli, per non dir «trane» da «traine», disse «tranne» da «traggine» :

Rispose al detto mio: — Tranne lo Stricca. —

Ed altrove:

E tranne la brigata in che disperse.

Seguitato poi dal Tasso, che disse:

Tranne Rinaldo.

E, per non dir «trati» da «traiti», disse «tratti» da «traggiti»:

Tratti avanti, Alichino e Calcabrina.

Inimitato appresso dall’ Ariosto nelle Satire’.

Tratti, compar, quella panziera.