Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/351

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meno legge gli scrittori buoni e i valenti, con tutto che gli senta spesso lodar da chi ha giudicio, perché «Stomaco turbato aborrisce il zucchero» e «Cane scottato teme l’acqua fredda». Tra i quali valenti, dato ancora che V. S. fusse uno, pur corre dubbio d’ andarne alle fardelle se stamperá; né le torna conto il gir di sua volontá a pigliar un vilipendio: ché non avrebbe poi di chi lamentarsi, salvo di sé, se urtasse in isciagura. Poiché, quando uno va spontaneamente a cozzar col capo in una parete, non è la pietra che gli rompe la testa, ma è egli che si rompe la testa nella pietra.

Un tempo i lettori si contentarono d’una lettura non cattiva, poi volsero eccellenza, appresso desiderarono maraviglie, ed oggi cercano stupori; ma, dopo avergli trovati, gli hanno anco in fastidio ed aspirano a trasecolamenti ed a strabiliazioni. Che dobbiamo noi fare in cosi schivo tempo ed in cosi delicata etá e bizarra, il cui gusto si è tanto incallito e tanto ottuso che oramai non sente piú nulla? Apunto non istampiamo nulla, ma stiamcene in riposo, mentre ogni buona fatica è perduta. E dico «buona fatica», perché mi par di vedere che questa soverchia delicatezza del secolo si vada a poco a poco convertendo in totale stupidezza e pazzia, mentre egli insieme col non gradir gli scritti perfetti gradisce gli affettati e gl’ idioteschi, cotanto in lui prevale il cieco desiderio che tien di novitá. Io intendo non solo di quel poetar ridicolo che ’l Marino chiamava «stile tnetaforuto», e che dopo la publicazion delle sue prime rime fu sua seconda maniera, e nel quale egli ha avuto molti moderni versificatori che con notabile piggioramento l’hanno inimitato; ma ancora di quel prosare in romanzi con locuzion monca e storpiata, che ultimamente s’è introdutto e messo in uso da alcuni giovani cervellini e bisbetici. Del qual modo di prosa è stato cosi origine e capo l’ autor del Coralbo e della Donzella , come del detto poetare fu capo il Marino; ancorch’io non nieghi eh ’essi due fondatori sarebbono per sé stati tollerabili in qualche parte, se i succedenti seguaci triviali non avessero poi troppo bruttamente avvilita l’una via e l’altra con deteriorarne la frase e con guastarne la dicitura. Di queste due squadre di schiccheranti