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CCXI

A MONSIGNOR GlOVAN BATTISTA LAURO


CAMERIERE SECRETO DI NOSTRO SIGNORE Ringraziamenti e complimenti.

In questo giorno nel quale la Santitá di Nostro Signore ha ricevuto in Vaticano la corona del suo gran sacerdozio, ha V. S., nel discorso meco fatto, troppo cortesemente data la corona alti miei componimenti, li quali però io apena giunto a casa, ove mi sono stati resi li poemi e prose di V. S., pigliatone il saggio, ho scoperto doversi con maggior ragione alli suoi. Anzi che, veduto fra quelli il Commentario sopra la corona del dito della Madonna , pregio di Perugia sua patria, che ha cosi leggiadramente celebrata la mirabil penna di Nostro Signore, non ho potuto contenermi di non rendere grazie a V. S. di cosi segnalato dono ed insieme testificarle con questa mia la molta osservanza che le porto, mentre il conoscitore dei meriti di V. S., ornato oggi della corona pontificale, gliene prepara i premi. E le bacio le mani.

Di casa [in Roma, 29 settembre 1623].

CCX 1 I

A don Lorenzo Scoto

Si lagna del silenzio dell’amico, discorre delle varie ristampe de\l’Adone e si ricorda a parecchi amici torinesi.

Che cosa fate? che n’è di voi? che vuol dire tanto silenzio? Da poi ch’io mi partii di Torino non ho mai piú ricevuta una vostra riga. Io, se non vi ho scritto per la parte mia, sono scusato per le tante e si stravaganti rivoluzioni occorse qui dopo il mio arrivo. La morte d’un papa, una sedia vacante, la creazione d’un altro papa, le stragi e l’infermitá di tanti cardinali ed in particolare del nostro, il quale non si è ancora del tutto riavuto, mi hanno infino ad ora tenuto quasi stupido nonché sospeso. Ora, di grazia, scrivetemi nel nome di Dio; e se non