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TOMMASO STIGLIANI

CXIII

Al medesimo


Attende la quinta prosa e i quinti versi della Nuova Arcadia. Ringrazia del pagamento della pensione fatto per mezzo del signor Luparducci. Prega il Gallicano di compatire una sua canzone in lode del cardinale di Lugo, e ne acclude un’altra indirizzata a monsignor Vulpio.

[Di Roma, tra il 28 e il 31 decembre 1648].

CXIV

Al medesimo


Le negoziazioni col duca di Bracciano sono a buon porto. Gode che il Gallicano vada quasi d’accordo con lui circa il concatenamento delle favole della Nuova Arcadia. La quinta prosa gli è parsa «alquanto seccorella». L’egloga gli piace, ma non vorrebbe che nell’opera ne fossero altre oltre le due composte finora. Invia una poesia.

[Di Roma], 9 gennaio 1649.

cxv

Al medesimo

La sesta prosa ed egloga della Nuova Arcadia gli piacciono per la forma ma non per l’argomento. Riceve un componimento del Prina. Contento che il Gallicano abbia lodata la canzone al Cardinal di Lugo, ne manda un’altra in lode del pittore Vet.

[Di Roma, poco dopo il 16 gennaio 1649].

CXVI

Al medesimo


Ha ricevuto il Discorso politico del Gallicano, il cui difetto è di essere troppo buono. Non intende perché, «nell’esaminarsi le forze e le volontá de’ signori c’hanno i loro Stati in Abruzzo, si sia taciuto del Guasto». Manderá versi pel prossimo procaccio.

Di Roma, [poco dopo il 5] febbraio 1649.