Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/54

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Agazio ch’io non gli scrivo perché mi ritrovo occupatissimo, ma sia pur certo che farò di fatti e non di parole.

All’ illustrissimo signor Cardinal di Cremona io voleva scrivere pur ora, ma sto aspettando due scatole di «gentilezze» da mandargli, e con quella occasione sodisfarò poi al debito. Di grazia, V. S. mi avisi come le par bene che io le mandi, perché per mare arrivano tardi e dicono che si pagano costi molte gabelle; per via del procaccio poi dubito che le vasella, per esservi cose liquide, non si riversino.

Se la risposta al sonetto di V. S. corre fretta, io la farò subito; ma se patisce dilazione, la differirò a tempo di miglior vena.

Quanto alla mia morte non è nuova invenzione sparger questa voce, poiché io stesso piú volte ho letta questa pappolata nelle gazette. Se i miei nemici non hanno altra candela, andranno a dormire al buio. Perciò se alcuno ne dimanda V. S. per saperne il vero, potrá rispondere con que’ versi di Dante:

che Brancadoria non è morto unquanche,

ma mangia, beve e dorme e veste panni.

I disgusti tra queste due accademie si vanno tuttavia avanzando, ond’io dubito che il signor viceré non vi abbia a por le mani. Quella di San Lorenzo in effetto è fallita, perché tutti i titolati e gli ufficiali vengono a San Domenico e vi son prencipi che discorrono. Vanno dei brutti sonetti in volta e molto piccanti, ma io non m’impaccio in questo. Alcuni malignetti mi volevano mettere alquanto in paura, con darmi ad intendere ch’io sarò senz’altro ammazzato come cagione e capo principale di questo gran concorso; e giuravano ch’era stato dato l’ordine agli assassini per tirarmi delle archibugiate. Ma io me ne fo beffe, perché ho la conscienza netta e fo professione d’onorare e servir tutti e parlar di tutti come si conviene, massime del signor marchese d’Ansi, con cui tengo antica servitú. Con tutto ciò, ho voluto chiarire questa partita, facendogli parlare da personaggi d’auttoritá, i quali gli hanno fatto fede del vero. Ha dimostrato di restar molto appagato, dicendo che non ha rancore alcuno verso la mia persona; e tanto mi basta.