Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/57

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dove ogni sera viene la nobiltá napolitana dentro le gondole a goder un’aria di paradiso. Io darei troppo nell ’affettato se volessi minutamente descriver tutte le bellezze di questo luogo, dove la primavera si gode per mezo dell’aria sempre temperata e di fiori che in ogni tempo vi germogliano, l’estate per mezo de’ frutti, l’autunno per mezo de’ vini e l’inverno per mezo de’ ghiacci che gli raffredda. Né certo in cosi ameno promontorio poteva V. S. inviarmi poesia che fusse piu confacevole al mio gusto, quanto è quella del poemetto del nostro gentilissimo signor Bruni ; onde io posso goder Posilipo e nelle leggiadrissime carte di detto signor Bruni e nell’amenitá di questi monti e nella gentilezza del mio signor cavalier Barbazza, che m’ha fatto parte di cosi delicata lettura. S’Ella fu mai in Posilipo, si ricorderá che da questo luogo scaturiscono i vezzi e le delizie, ed appunto di cento vezzi e di mille delizie è ricca questa poesia, tutta pura e frizzante, tutta leggiadra e concettosa, com’è tutto puro questo aere, frizzante il vino che dánno questi monti, ed è leggiadro e concettoso lo spirito del signor Bruni. Io ne farò parte a questi belli ingegni, ed intanto rendo grazie a V. S. del favor che n’ho ricevuto.

Mi scriva qualche cosa del nostro negozio, perché in ogni modo io penso ritornarmene a Roma a settembre; e mentre perdo la provvisione di Francia, il partito che in cotesta corte mi si fa, come non mi dispiace, cosi non è fuori del mio bisogno. Ed a V. S. ed al signor Bruni bacio le mani.

Di Napoli [estate 1624].

CCXXIX

A Don Lorenzo Scoto


Avendo ricuperata la balla con le pitture, non ha piú bisogno dei quadri del Brandin.

Tre volte vi ho scritto dopo ch’io sono in Napoli e non veggo comparire risposta. Di grazia, rispondetemi e datemi aviso del vostro ben stare.