Pagina:Marino, Giambattista – Epistolario, Vol. II, 1912 – BEIC 1873537.djvu/58

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Vi diedi aviso degli applausi publici e degli onori straordinari ricevuti nella mia patria da tutta la nobiltá e dal viceré istesso. Son tuttavia prencipe dell’accademia degli Oziosi di qua; il che mi dá un grandissimo disturbo, perché son venuto per respirare nelle delizie e mi bisogna discorrere ogni mercordi. Vero è che l’accademia è fioritissima e vi è un concorso innumerabile di signori, di cavalieri e d’altra gente.

Torno a replicarvi ch’io ritrovai qui in dogana la balla delle mie pitture che si teneva perduta, onde non occorre piú fastidire monsú Brandin né altri per cagion de’ quadri. Fu preso errore nella balla; e se bene la perdita delle altre balle è stata di grande importanza, per molte cose di prezzo che vi erano dentro e per una buona quantitá di libri rari, nondimeno stimo questo per manco male.

Vogliatemi bene e conservatemi nella buona grazia di monsignor di Cercenasco, salutandovi caramente il nostro signor conte di Moretta. Vi bacio la mano.

Di Napoli [giugno o luglio 1624].

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Al. signor Gierolamo Preti

Si duole che egli abbia polemizzato contro il Di Somma a proposito áe\l’Adone.

Le doglienze che voi fate contro il signor Agazio di Somma, per aver egli paragonato anzi preferito l’Adone alla Gierusalernme e appoggiato questo paradosso all’auttoritá del vostro nome, da una parte sono ragionevoli, essendo per molti rispetti sproporzionato il parallelo e potendo, senza metter voi in questo travaglio, fortificarlo col testimonio d’altre persone dotte e famose, le quali non si sono recato a disonore affermar l’ istesso; ma dall’altra non mi pare che la cosa meriti tanto schiamazzo, poiché tutte le proposizioni si sogliono intender con le debite clausule e circonstanze, e a questo modo si può far riscontro anche fra l ’ Iliade e l’Ancroia\ né opinione si trova cosi stravagante