Pagina:Marino Poesie varie (1913).djvu/265

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le pitture e le sculture 253

non giá perciò lasciasti
di goderne illegittimo diletto.
Se volevi lodata esser da noi,
dovevi prima ucciderti e non poi.


vii

     Gli effetti di Natura
e i secreti del ciel seppi e cantai,
e la mia penna oscura
con la luce del nome immortalai:
ma la vita futura,
incredulo filosofo, negai.
Tutto intesi e spiai,
ma, piú scernendo assai lunge che presso,
tutto conobbi alfin, fuor che me stesso.


viii

     Cleopatra la bella
seco mi trae, sí che in un punto io sono
e seguendo fugace
e fuggendo seguace.
Lascio in dubbio la pugna, ed abbandono
e del vincere insieme
e del regnar la speme;
ch’altra reggia non curo ed altro trono
che ’l suo bel seno, e vo’ che sol costei
sia ’l Campidoglio dei trionfi miei.