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fondamento psicologico di tutta la sua attività scientifica; come tutto il suo pensiero è un tendere a Dio, così la filosofia non è nel suo complesso che una grande contemplazione del divino: egli è un ebbro del divino». E la stessa speculazione di Kant e dei grandi idealisti del principio del secolo, Fichte e Schopenhauer in special modo, non si può comprendere se si considera la loro attività come un’opera puramente scientifica: per essi la filosofia è anche una forza purificatrice e liberatrice, che mira ad elevare l’uomo dal mondo delle apparenze finite verso la realtà immutabile ed eterna.

Ma non sono soltanto i grandi sistemi e le grandi correnti idealistiche, che mettono in luce il carattere religioso del pensiero filosofico; anche il materialismo obbedisce quasi inconsciamente a questa secreta tendenza di ogni filosofia. La filosofia di Epicuro, di quel Greco che Lucrezio celebra come liberatore dei mortali dal terrore religioso, è un vero sistema religioso, il cui autore deve considerarsi quasi più come il fondatore d’una nuova religione che come un filosofo; e l’opera di Lucrezio, che pur considera l’annientamento della religione come il merito più alto dell’epicureismo, respira un vero entusiasmo religioso. Anche D. F. Strauss, per venire ai recenti, domanda per il suo universo la stessa pietà che il devoto dell’antica maniera domandava per il suo Dio. «Non dimenticare (egli scrive nel suo libro L’antica e la nuova fede) che tu e tutto ciò che vedi in te ed attorno a te, tutto ciò che accade in te e negli altri non è un accidente senza ordine, un caos di atomi e di eventi: ma che tutto scaturisce secondo leggi eterne da un’unica sorgente di ogni vita, di ogni ragione e di ogni bontà: in questo si riassume tutta la religione». Il positivismo di A. Comte voleva essere un puro sapere, una sintesi pura di tutte le conoscenze scientifiche: ma anche nella prima fase del suo pensiero ciò che lo guida, ciò che aduna intorno a lui i discepoli è un interesse veramente religioso per l’umanità: ed egli stesso, in ultimo, finì gran sacerdote della religione dell’umanità da lui fondata. Il naturalismo può essere irreligioso nelle sue affermazioni o negazioni particolari, nelle sue glorificazioni dell’individuale e del relativo; ma anch’esso, non appena si eleva alla contemplazione della totalità misteriosa dell’esistenza, subisce il fascino dell’infinito e riveste la propria realtà ultima di quei ca-