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l’inizio del secolo ventesimo. Or quale è il posto che in tale concezione occupa la vita dell’intelligenza, quali sono i fini ed i compiti che in questo quadro delle cose si propongono a coloro che hanno dedicato la propria vita al culto dello spirito? — La risposta a questa domanda comprende evidentemente due parti: può riflettere cioè lo stato di diritto della questione e lo stato di fatto, quello che la vita dell’intelligenza deve essere nell’ordine ideale e quello che essa effettivamente è nell’ordine reale delle cose.

Quanto al primo punto, da ciò che abbiamo detto intorno alla vita dello spirito, discende chiaramente, a me sembra, quale sia il carattere ed il compito dell’attività intellettiva: essa è una funzione della vita religiosa. Noi abbiamo veduto che la vita umana raggiunge il suo vertice nella vita religiosa: che la religione non è solo un’attività la quale si aggiunga parallelamente alle altre attività, l’attività economica, giuridica, morale, e così via, ma è una nuova forma della vita, vale a dire una attività che crea un nuovo orientamento dell’essere e subordina a sè medesima le altre attività penetrandole con un nuovo spirito e collegandole in un nuovo sistema di vita. Quindi possono anche le attività inferiori, come p. es. la vita morale, quando subiscono l’influenza della religione, assumere un aspetto ed un carattere religioso: ma alla religione soltanto ed alle diverse attività che essa abbraccia appartiene l’alto compito che caratterizza questa forma della vita: e cioè il compito di elevare lo spirito dell’uomo alla coscienza dell’infinito ed alla vita nell’infinito, di operare la dedizione perfetta dell’intelligenza e della volontà a quell’unità trascendente dello spirito che la religione nostra chiama il regno dei cieli e che nelle varie religioni ha ricevuto varie e più o meno adeguate espressioni simboliche. Ora se noi osserviamo la vita religiosa non nella forma tradizionale, passiva, spesso degenerata, che riveste nella religione volgare e che non è spesso se non pura ripetizione imitativa, ma nella forma che riveste nelle anime veramente religiose che hanno saputo accendere in sè una vita religiosa veramente originaria, noi vediamo che essa può assumere due forme in corrispondenza alle due vie per le quali noi possiamo assurgere a quest’unità: l’intuizione sensibile ed il pensiero astratto. Nella prima la vita religiosa nasce da una vi-