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Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/216

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196 trattato

in piano, senza fiume che per quella abbia transito, ovvero tutta in piano col fiume per mezzo, o veramente tutta in colle o tutta in poggio1, o tutta in valle, ovvero parte in uno di questi membri e parte in altro, in due o più di due dei predetti; e secondo questi modi varii variamente si devono le vie ed i porti ordinare. Dico adunque che se la città fusse tutta in piano, e le mura di quella essendo di figura composta di più rette linee come triangolare, quadrangolare, pentagona e così delle altre, come nel suo luogo apparrà2, in questo caso le strade principali devono essere per retta linea dal centro infino al mezzo delle dette linee rette delle mura: e nel termine di queste vie siano nelle mura locate le porte principali, della figura che nel libro delle fortezze sarà manifesta. E secondo questo moltiplicate altre linee dal centro alla circonferenza, secondo che la grandezza della terra ricerca. Le vie trasverse e le diritte rette intersecate possono dalla figura della piazza e dalla forma delle mura avere principio, quelle imitando se dalla piazza si spiccano, quelle aumentando (secondo la medesima figura) dalla piazza verso la circonferenza: e se dalle mura o circuito hanno principio, la larghezza diminuendo verso il centro. Ma questo secondo non è conveniente, non essendo la circonferenza delle mura tutta piena di case, la qual cosa per fortezza della terra molte volte si pospone.

Quando la città in piano fusse divisa da alcun fiume, appresso alle ripe, rive3 o lido suo si devono far piazze ovvero ampie strade con portici continuati, e appresso alti e belli palazzi. Ed all’estremità delle rive i muri alti in modo che per le inondazioni del fiume crescente non patisca la città detrimento; oltre a questo si devono fare tre o quattro ponti corrispondenti alle principali strade. Alle dette rive in più luoghi si facciano scale per le quali sopra l’acqua discendere si possa. Dopo

  1. Il colle è più basso, il poggio più eminente e senza fimbrie.
  2. Cioè nel libro V, dove parlasi delle fortezze di pianta poligonale varia. Di città fatte triangolari di pianta è forse sola la Dardania del buon Malispini, che aveva per ogni faccia sessanta miglia.
  3. La riva d’un fiume è la sua sponda naturale: la ripa è quella riva fatta più agevole, dov’è lo scalo. Queste differenze i Romani le sentono con molta proprietà. Il lido è la sponda a pelo d’acqua.