Pagina:Martini - Trattato di architettura civile e militare, 1841, I.djvu/42

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figliuolo, in un medesimo tempo a me haveva comisso cento et trentasei edificii (1) nelli quali continuamente si lavorava (f.o 20)».

Questi edifizi dovevano in gran parte essere militari, attenendoci al detto del nostro autore che parecchi ne indica: «Confidandosi el mio Ill.mo S. D. F. (Duca Federico) in la mia exigua intelligentia forse più che quella non meritava, gli piacque in più luoghi facesse fare di fondo Roche in nel territorio di sua Signoria, le quali al presente non mi pare inconveniente descriverle: la prima alla città di Cagli in uno monte supereminente tutta la città propinqua a quella piedi 300 ec..... In uno castello di sua S. chiamato el Saxo di Monte Feretro ho ordinato et facto fabricare una fortezza in questa forma ec.... In uno altro castello di sua S. chiamato Tavoletto ho fatto murare di fondo una rocha di questa figura ecc.... A la Serra (2) altro castello di detta S. ho fatto fare un’altra rocha di fondo in questa forma ecc.» (f.i 32, 33). Di queste quattro fortezze vedansene le figure e le descrizioni nel trattato stampato qui appresso, e le note apposte a luogo.

Queste sono le rocche certamente edificate coi disegni di Francesco: ma sue pur sono probabilmente quelle di Castel Durante (ora Urbania), e di S. Angiolo in Vado: queste rocche, dice Girolamo Muzio (3), fecele Federico, aggiungendo aver egli in tutte le terre dello stato fatto fabbricar rocche, da quella d’Urbino in fuori che in quel tempo n’haveva. Sono pure opera di quel tempo e di quel Duca le mura di Orciano e di S. Costanzo, accennate e descritte dal Reposati (4); e le altre che il Baldi nella sua aurea vita di Federico (5) dice da questi fatte a S. Agata,

  1. Di tanti edifizi parte rovinarono per incuria, e moltissimi (poichè i più erano rocche e castelli) furono d’ordine del duca Guidobaldo disfatti dopo l’anno 1503, per la qual cosa, come di profonda politica fu assai laudato dal Machiavelli (Principe, capo 20), perchè essendo amato dagli uomini, per rispetto di loro non li voleva: e per conto de’ nemici, vedeva non poterli difendere, avendo quelli bisogno di uno esercito in campagna che li difendesse (Discorsi, Lib. II, capo 24), però le rocche della Pergola e di Gubbio furono demolite nel 1502 dal Valentino (Reposati, vol. I. 349).
  2. La Serra di S. Abondio.
  3. Historia de’ fatti di Federico di Montefeltro. Venezia 1605, libro VII, pag. 404.
  4. Della Zecca di Gubbio. Vol. II, pag. 395 segg.
  5. Descrizione d’Italia. Bologna 1550 f.o 260.