Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 1.djvu/126

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mata l’agitazione d’animo di Blackman, il quale si pose a sedere sul sofà, e stette alcun tempo in silenzio... Si alzò quindi raggiante di gioia...

«L’ho trovato!.. l’è un mezzo sicuro... Beatrice sarà mia! e allora... mi farò amar per forza..., o almeno non mi farò odiare.»

Questa conchiusione sembrò avere in parte rattemperato il nervoso agitarsi di Blackman, il quale si decise finalmente a prendere qualche ora di sonno, e, secondo che era avvezzo per l’esercizio della sua professione, si gittò sul letto senz’altro svestirsi de’ panni che aveva addosso, che il semplice soprabito bigio. Trattasi sulle gambe la coperta, e, dato un soffio sul lume di cera che stava sulla colonnetta a lui d’accanto, si acconciò per dormire. Erano circa le tre del mattino.

La camera era rimasta interamente al buio. Il sonno non ancora si era impadronito di Blackman, quando gli parve udire dietro a lui un leggiero rumore... Alzò il capo, ma il letto aderiva esattamente alla parete... se non che, attraverso i suoi guanciali, vide di repente scappare un raggio di luce che venne a rischiarargli la camera...

Egli non si era accorto che il suo letto era situato presso una porta dello stesso color delle mura.., e dalla toppa scappava quel raggio... Qualcuno aveva acceso un lume nella stanza contigua...

Blackman si pose in ginocchi sul letto, sco-