Pagina:Mastriani - La cieca di Sorrento 2.djvu/157

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rai, tu starai bene, ne ho fiducia, anzi certezza; ma, ten prego, scaccia la malinconia che ti vince, fa di aver più coraggio, più animo, non lasciarti abbattere da questa passeggiera indisposizione.

— Passaggiera, voi dite! Oh padre mio, Dio lo volesse, ma il male che mi rode non è passaggiero..... Se sapeste quanto io soffro!

— E perchè non palesi le tue soffrenze ad Oliviero? Una parola, una sola parola che tu gli diresti potrebbe metterlo sulla via di scoprire il tuo malore ed estirparlo. Confessa che hai torto di serbare seco lui un agghiacciato silenzio. Se sapessi quanto egli ti ama! quanto soffre il meschino! Oh! abbi pietà di lui; io temo per la sua ragione... A quest’ora son sicuro che egli sta chiuso nella sua stanza meditando sulla strana indole del tuo male.... Egli parla solo in tutto il corso della giornata; sembra un demente; è molto tempo che i suoi occhi, al pari dei miei, non si chiudono al sonno! Digli, figlia mia, digli una parola; se essa nol rischiarerà, il consolerà almeno. Il poveretto non solo è divorato dal cordoglio di non poter pienamente conoscere la tua infermità, ma teme eziandio che tu non l’ami più; e questo pensiero è mille volte più crudele per lui! Rivelagli quello che ti senti, quello che soffri; fa ch’io ascolti la tua voce, benedetta figlia mia. Oh non farcì morire col tuo silenzio; abbi pietà di noi tutti, abbi pietà di me!

— Oh padre mio, rispose Beatrice, come vorrei far tutto per appagare le tue brame, per