Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/113

Da Wikisource.

— 105 —


— Sai? Vogliono che prenda moglie.

La ragazza non rispose; egli non badandoci, seguitò:

— Per avere un appoggio.... Per far lega coi pezzi grossi del paese... Senza di loro non si fa nulla!... Vogliono farmi imparentare con loro... per l’appoggio del parentado, capisci?... Per non averli tutti contro, all’occasione... Eh? che te ne pare?

Ella tacque ancora un momento col viso nelle mani. Poi rispose, con un tono di voce che andò a rimescolargli il sangue a lui pure:

— Vossignoria siete il padrone....

— Lo so, lo so.... Ne discorro adesso per chiacchierare... perchè mi sei affezionata.... Ancora non ci penso... ma un giorno o l’altro bisogna pure andarci a cascare.... Per chi ho lavorato infine?... Non ho figliuoli....

Allora le vide il viso, rivolto a terra, pallido pallido e tutto bagnato.

— Perchè piangi, bestia?

— Niente, vossignoria!... Così!... Non ci badate....

— Cosa t’eri messa in capo, di’?

— Niente, niente, don Gesualdo....

— Santo e santissimo! Santo e santissimo! — prese a gridare lui sbuffando per l’aia. Il camparo al rumore levò il capo sonnacchioso e domandò:

— Che c’è?... S’è slegata la mula? Devo alzarmi?...