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rimane aperta intanto che l’opercolo si abbassa. Negli animali inferiori la respirazione è meno pressante, e i movimenti della funzione respiratoria sono quasi involontarii. Negli anelidi, nei molluschi la corrente dell’acqua, in cui è disciolta l’aria, sembra aiutata dai movimenti vibratili proprii dei cigli impiantati sulle branchie dei medesimi.

L’uomo in una inspirazione introduce nel polmone circa un terzo di litro d’aria atmosferica; l’aria espirata contiene da 3 a 5 per 100 d’acido carbonico, e in una espirazione molto profonda vi si trovano anche da 6 ad 8 per 100 d’acido carbonico. L’aria introdotta ha intanto perduto da 4 a 6 per 100 del suo ossigene.

I numeri che qui vi cito sono scelti, fra i tanti che abbiamo, come quelli che mi sembrano degni della maggiore fiducia. È facile di calcolare con questi dati quanto ossigene si consuma dall’uomo nella respirazione d’un giorno, ammettendo che si facciano da 15 a 20 inspirazioni in un minuto. Secondo Lavoisier e Seguin l’ossigene consumato in un giorno nella respirazione d’un uomo adulto è in peso di 1015 grammi. L’ossigene che scompare nella respirazione dell’uomo e degli uccelli trovasi sensibilmente in volume eguale all’acido carbonico che si espira. Si è trovato da qualche osservatore molto diligente, che il volume dell’ossigeno scomparso nella respirazione supera quello dell’acido carbonico prodotto. Questa differenza è specialmente marcata nei carnivori, nei quali Dulong ha trovato che l’ossigene scomparso è qualche volta doppio in volume dell’acido carbonico espirato.

Dulong e Despretz hanno messo fuori di dubbio che facendo respirare un animale in un volume determinato d’aria, una quantità notabile d’azoto è costantemente espirata. Questo fatto dimostra che l’azoto così esalato in eccesso ha origine dagli alimenti, e forse anche da quell’azoto che abbiamo visto trovarsi nello stomaco e negli intestini, come residuo dell’aria ingerita. E se la quantità