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100 dei doveri dell’uomo. [1841-1860]

Oggi in Europa l’istruzione, scompagnata da un grado corrispondente di educazione morale, è piaga gravissima che mantiene l’ineguaglianza fra classe e classe d’uno stesso popolo e inchina gli animi al calcolo, all’egoismo, alle transazioni fra il giusto e l’ingiusto, alle false dottrine.

La distinzione fra gli uomini i quali vi offrono più o meno istruzione e quei che vi predicano educazione, è più grave che voi non pensate, e merita ch’io vi spenda alcune parole.

Due dottrine, due scuole, dividono il campo di quei che combattono per la libertà contro il dispotismo. La prima dichiara che la sovranità risiede nell’individuo: la seconda sostiene ch’essa vive unicamente nella società, e prende a norma il consenso manifestato dalla maggioranza. La prima crede aver compiuto la propria missione quando ha proclamato i diritti creduti inerenti alla natura umana e tutelato la libertà: la seconda guarda quasi esclusivamente all’associazione, e desume dal patto che la costituisce i doveri d’ogni individuo. La prima non vede più in là di ciò che io chiamai istruzione, perché l’istruzione tende infatti a dare facilità di sviluppo, senza norma generale, alle facoltà individuali: la seconda intende la necessità d’un’educazione ch’è per essa la manifestazione del programma sociale.

La prima guida inevitabilmente all’anarchia morale, la seconda, se dimentica i diritti della libertà, corre rischio di cadere nel dispotismo della maggioranza.

Alla prima apparteneva tutta quella generazione di uomini chiamati in Francia dottrinari, che tradì le speranze del popolo dopo la rivoluzione del 1830, e gridando libertà d’istruzione e non altro, perpetuò